Apriamo l’anno 2023 all’insegna della leggerezza.
È infatti all’aria che dedichiamo il n° 9 di Smell Magazine, proseguendo la serie dedicata agli elementi iniziata con il n° 7 in cui ci siamo tuffati nell’acqua, e con il n° 8 in cui abbiamo preso contatto con la terra. Ci facciamo ora trasportare da un elemento particolarmente affine al mondo degli odori e dei profumi. All’aria dobbiamo non solo il dono della vita attraverso il respiro, ma anche quello degli odori. Se le sostanze non fossero in grado di prendere il volo non potremmo crearci una rappresentazione olfattiva del mondo, né godere dei suoi profumi.
Per approfondire il legame tra il senso dell’olfatto e l’elemento aria, ci siamo librate sulle ali degli uccelli: dalla leggendaria fenice al più familiare usignolo, fino a quell’insolito uccello blu che con il proprio olfatto guidava la Nave Bianca di Lovecraft. Non potevamo evitare di fermarci a rifletterci anche sul tema filosofico delle atmosfere e su quello del «controllo dell’aria» nella nostra società. Mutevole, ineffabile e perciò destabilizzante, l’aria è anche un mezzo di propagazione e di comunicazione di cui non potremmo fare a meno nella nostra società iper-connessa.
Le informazioni che il cellulare cattura nell’etere, un tempo le raccoglievamo annusando l’aria, per non dire «il vuoto». E questo gesto ha ancora un significato importante per noi. Può essere, per esempio, un mezzo per orientarsi nello spazio e nel tempo, laddove mancano riferimenti certi. Lo è per gli uccelli, lo è stato anche per noi. E forse lo sarà ancora se saremo capaci di coltivare la nostra intelligenza olfattiva e di riconoscerle l’importanza che merita.
Francesca Faruolo